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INTERNET:Agcom: internet è impantanata così l'Italia retrocede in serie B

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Messaggio Da simona Mer Giu 15, 2011 8:25 am

Agcom: internet è impantanata
così l'Italia retrocede in serie B



Gli italiani primeggiano per l'uso di Facebook ma devono
fare i conti con una rete che accumula ritardi rispetto all'Europa. La
denuncia di Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità Garante delle
Comunicazioni, nella relazione presentata al Parlamento



INTERNET in Italia si è impantanata. Le reti
vecchie e nuove non crescono, né quelle fisse né quelle mobili. E gli
stessi utenti dimostrano di aver fatto entrare solo a metà il web nelle
proprie vite, a differenza di quanto accade nel resto d'Europa:
primeggiano solo per uso di Facebook e per pirateria. Di fondo, sono
ancora teledipendenti. E' il quadro che emerge dalle parole di Corrado
Calabrò, presidente di Agcom (Autorità Garante delle Comunicazioni),
stamattina al Parlamento. È la sua consueta relazione annuale. A
dimostrazione che l'Italia pare bloccata nello sviluppo, la relazione ha
parecchie assonanze con quella dell'anno scorso 1.
E per molti di questi aspetti Calabrò ha notato il ruolo che il governo
potrebbe assumere, per sbloccare la situazione: soprattutto per
estendere le reti fisse e ridare ossigeno, con nuove frequenze, a quelle
mobili.


Reti fisse paralizzate.
Sulla copertura della banda larga, "c'è ancora un 4 per cento di
digital divide da colmare, cui si aggiunge circa il 18 per cento della
popolazione servita da Adsl sotto i 2 Mbps. Siamo sull'orlo della
retrocessione in serie B", ha detto. "Questo potrebbe anche precludere
all'Italia la possibilità di estendere il servizio universale alla banda
larga". È noto che il piano Romani (Paolo Romani, ministro allo
Sviluppo Economico) 2010-2012 per colmare il digital












divide non ha più ricevuto l'adeguata copertura finanziaria.

Il risultato è che nel breve e medio periodo la copertura progredirà solo di poco. Secondo l'ultimo rapporto 2
della Commissione europea, appena pubblicato, ci sono già in Europa
molti Paesi, come Francia e Regno Unito, che hanno raggiunto il 100 per
cento di copertura banda larga.

Ma paralizzata sembra
soprattutto la rete di nuova generazione (Ngn, in fibra ottica nelle
case). In Italia ad avere un'offerta commerciale attiva è ancora solo
Fastweb, mentre di è in attesa di Telecom Italia. Non è più partita la
società pubblico-privata coordinata da Romani, con tutti gli operatori,
per estendere l'Ngn su almeno il 50 per cento della popolazione entro il
2020. Il motivo sono i contrasti sulle regole e la gestione alla base
della nuova rete, tra Telecom Italia e il governo. Calabrò nota però che
non è più tempo di discutere, “è il momento che vengano assunti precisi
impegni contrattuali che assicurino la convergenza sull'obiettivo, con
investimenti condivisi".

Secondo Calabrò, l'azione pubblica deve
fare di più, "non si può limitare alle sole aree a fallimento di
mercato" (cioè quelle dove gli operatori non ritengono conveniente
investire). ''Gli operatori di telecomunicazione - continua il
presidente dell'Agcom - sono in surplace, come i ciclisti nelle gare su
pista. Ci pensate se al momento di costruire le strade ferrate ci si
fosse chiesti in quanti mesi si sarebbe avuto il rientro
dell'investimento?''. Calabrò ne approfitta anche per ribadire un
concetto: anche gli over the top (come Google) dovrebbero partecipare
alle nuove infrastrutture e non limitarsi a utilizzarle.

Le reti mobili saranno intasate. C'è
un aspetto positivo, nota Calabrò. Sono 12 milioni di italiani che
navigano in rete via telefonino. Oltre 6 milioni sono le chiavette
attive al primo trimestre e il valore del mercato mobile internet ha
raggiunto a fine 2010 un valore di oltre 1,100 miliari di euro, +7 per
cento rispetto al 2009. Tra smartphone e chiavette il numero degli
utenti attivi è raddoppiato, circa 17 milioni nel gennaio 2011 con un
incremento del traffico dati dell'82 per cento nel 2010. Il traffico
complessivo è cresciuto di 16 volte negli ultimi quattro anni.

Ma
anche qui c'è un pericolo. Il rovescio della medaglia: "Le reti mobili
saranno inevitabilmente intasate se gli operatori non otterranno nuove
frequenze". Calabrò si riferisce all'asta delle frequenze televisive
fissata dal governo entro il 2010, per assegnarle alla banda larga
mobile al valore di 2,4 miliardi di euro. L'impasse, che sta mettendo in
pericolo l'asta, è lo scontro tra il governo e le tv locali, che
vogliono cedere le frequenze solo a fronte di un cospicuo indennizzo.

Italiani Facebook e tv dipendenti. Gli
italiani sono in forte ritardo sulla media europea per uso della rete.
Sono il 22 per cento delle case ha la banda larga fissa. Meglio
dell'anno scorso (20,6 per cento), ma ancora non basta. La percentuale
di abitazioni connesse alla banda larga (fisso e mobile) è inferiore al
50 per cento, a fronte di una media europea del 61. L'arretratezza non è
solo degli utenti: "le piccole e medie imprese stentano ad acquisire
maturità nell'utilizzo delle soluzioni informatiche".

Il ritardo
"è innanzi tutto culturale e di alfabetizzazione informatica. Ancora
non è stata calendarizzata un'agenda digitale nazionale". Anche questa è
una stoccata al governo, a cui spetterebbe il compito di fare un'agenda
digitale. Siamo il solo Paese evoluto a non averne una.

Il
risultato, continua Calabrò, è che "è ancora la tv il veicolo di gran
lunga prevalente per l'informazione: quasi il 90 per cento nel 2010;
poivengono i quotidiani col 61; Internet è per ora soltanto al 20".
Internet infatti è amata dagli italiani soprattutto per cose di scarso
impegno. Siamo in ritardo per uso di servizi e-commerce ed e-government
(sono dati della Commissione europea), ma siamo primi al mondo per
diffusione dei social network (al pari con il Brasile), nota Agcom.
Facebook in un anno ha raddoppiato i propri utenti unici (da 11 a 20
milioni).

Record è anche il tempo che gli italiani medi ci
passano: 9 ore e mezzo al mese. Il mix tra scarsa cultura italiana della
rete e grande amore per i social network può essere esplosivo, come
nota da tempo anche il Garante della Privacy. "I comportamenti personali
ne risultano fortemente influenzati: alla riservatezza è subentrata
l'ostensione, e talora l'ostentazione, dell'intimità. La sfera privata è
di dominio pubblico", ha aggiunto Calabrò.

Calabrò denuncia anche che l'Italia primeggia per pirateria digitale. È uno spunto per sostenere una delibera 3con
cui l'Autorità vuole introdurre norme per bloccare in maniera più
facile i siti che diffondono file pirata. Sarebbe però una delibera
anticostituzionale, almeno secondo alcune organizzazioni che oggi stesso
hanno presentato alla Camera dei Deputati un Libro Bianco, per
protestare contro le intenzioni di Agcom.






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(14 giugno 2011)
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