Stalingrad (1993)
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Stalingrad (1993)
Stalingrad
Il film ripercorre le vicende di un gruppo di soldati tedeschi (Sturmpioniere: pionieri d'assalto, truppe scelte particolarmente addestrate al combattimento ravvicinato anche in ambienti urbani) che, a riposo in Italia dopo aver partecipato ai combattimenti sul fronte africano, vengono inviati in Unione Sovietica, più precisamente a Stalingrado, dove si sta svolgendo la battaglia, quella che alla fine del conflitto si rivelerà essere la più sanguinosa della seconda guerra mondiale.
Il sottotenente Hans von Witzland, imbevuto del classico spirito aristocratico-cameratesco del soldato di professione tedesco e convinto di combattere una guerra formalmente corretta e non ideologica, ed i soldati del suo plotone, veterani e cinicamente concentrati solo sulla spietata lotta per la sopravvivenza, partecipano ad alcuni scontri particolarmente drammatici e violenti sia tra le rovine della città che nel sottosuolo e nel dedalo delle fognature. La realtà della guerra ideologica e di annientamento sul fronte russo provocherà amare disillusioni nel sottotenente Witzland e crolli del morale della truppa.
Durante una perlustrazione delle fognature uno dei soldati rimane gravemente ferito ad una gamba tanto che gli viene amputata dai camerati presenti; una volta arrivati in una cantina dove sono stipati centinaia di feriti il caporale Reiser perde la testa e costringe, sotto la minaccia del mitra, un infermiere a cercare di salvarlo. Questo costerà a lui, al sottotenente ed agli altri soldati della pattuglia il deferimento alla Corte marziale: saranno degradati ed inviati ad un battaglione di disciplina. Contemporaneamente arriva la notizia che il fronte è stato sfondato e che la VI Armata è ora circondata.
Dopo una sanguinosa ma vittoriosa battaglia anticarro il sottotenente e gli altri soldati vengono riabilitati ma sono costretti dal medesimo fanatico capitano, che li aveva denunciati dopo l'incidente nel ricovero dei feriti, a fucilare dei civili tra i quali vi è anche un bambino (un piccolo calzolaio che i soldati avevano conosciuto in precedenza). Tra Hans ed i suoi soldati, nel frattempo diventati anche amici, nasce la voglia di disertare, anche per non essere costretti ad uccidere altri innocenti, arrivando anche a fingersi feriti per essere evacuati ma il tentativo non riesce e dopo l'occupazione da parte dei soldati sovietici dell'ultimo aeroporto ancora disponibile sono costretti a rientrare, ormai sbandati, nella città assediata.
Nei loro ultimi momenti di vita uccidono il capitano, dopo che egli, ormai fuori controllo, aveva assassinato un loro compagno che aveva raccolto "senza permesso" dei viveri paracadutati da un aereo e, riparati nel suo bunker, scoprono grandi quantità di viveri di cui si era appropriato ed una giovane donna soldato sovietica tenuta prigioniera. Ripensando in quei momenti a tutto ciò che li ha travolti ognuno segue il proprio destino: chi si suicida, chi rientra nelle strade della città ormai distrutta nell'intento almeno di morire da soldato e chi cerca un'ultima disperata via di fuga esalando l'ultimo respiro nella steppa gelata in mezzo ad una tormenta.
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Il film ripercorre le vicende di un gruppo di soldati tedeschi (Sturmpioniere: pionieri d'assalto, truppe scelte particolarmente addestrate al combattimento ravvicinato anche in ambienti urbani) che, a riposo in Italia dopo aver partecipato ai combattimenti sul fronte africano, vengono inviati in Unione Sovietica, più precisamente a Stalingrado, dove si sta svolgendo la battaglia, quella che alla fine del conflitto si rivelerà essere la più sanguinosa della seconda guerra mondiale.
Il sottotenente Hans von Witzland, imbevuto del classico spirito aristocratico-cameratesco del soldato di professione tedesco e convinto di combattere una guerra formalmente corretta e non ideologica, ed i soldati del suo plotone, veterani e cinicamente concentrati solo sulla spietata lotta per la sopravvivenza, partecipano ad alcuni scontri particolarmente drammatici e violenti sia tra le rovine della città che nel sottosuolo e nel dedalo delle fognature. La realtà della guerra ideologica e di annientamento sul fronte russo provocherà amare disillusioni nel sottotenente Witzland e crolli del morale della truppa.
Durante una perlustrazione delle fognature uno dei soldati rimane gravemente ferito ad una gamba tanto che gli viene amputata dai camerati presenti; una volta arrivati in una cantina dove sono stipati centinaia di feriti il caporale Reiser perde la testa e costringe, sotto la minaccia del mitra, un infermiere a cercare di salvarlo. Questo costerà a lui, al sottotenente ed agli altri soldati della pattuglia il deferimento alla Corte marziale: saranno degradati ed inviati ad un battaglione di disciplina. Contemporaneamente arriva la notizia che il fronte è stato sfondato e che la VI Armata è ora circondata.
Dopo una sanguinosa ma vittoriosa battaglia anticarro il sottotenente e gli altri soldati vengono riabilitati ma sono costretti dal medesimo fanatico capitano, che li aveva denunciati dopo l'incidente nel ricovero dei feriti, a fucilare dei civili tra i quali vi è anche un bambino (un piccolo calzolaio che i soldati avevano conosciuto in precedenza). Tra Hans ed i suoi soldati, nel frattempo diventati anche amici, nasce la voglia di disertare, anche per non essere costretti ad uccidere altri innocenti, arrivando anche a fingersi feriti per essere evacuati ma il tentativo non riesce e dopo l'occupazione da parte dei soldati sovietici dell'ultimo aeroporto ancora disponibile sono costretti a rientrare, ormai sbandati, nella città assediata.
Nei loro ultimi momenti di vita uccidono il capitano, dopo che egli, ormai fuori controllo, aveva assassinato un loro compagno che aveva raccolto "senza permesso" dei viveri paracadutati da un aereo e, riparati nel suo bunker, scoprono grandi quantità di viveri di cui si era appropriato ed una giovane donna soldato sovietica tenuta prigioniera. Ripensando in quei momenti a tutto ciò che li ha travolti ognuno segue il proprio destino: chi si suicida, chi rientra nelle strade della città ormai distrutta nell'intento almeno di morire da soldato e chi cerca un'ultima disperata via di fuga esalando l'ultimo respiro nella steppa gelata in mezzo ad una tormenta.
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