Rayman: Origins - 25 novembre 2011
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Rayman: Origins - 25 novembre 2011
Rayman: Origins
Per sopravvivere all'inesorabile passare del tempo molte icone videoludiche hanno dovuto sapersi adattare alle nuove tendenze, provando a sfruttare le potenzialità messe a disposizione da hardware sempre più performanti. Nonostante questo molti, forse troppi, personaggi non sono riusciti a evolversi, sparendo nel nulla come fugaci meteore o continuando ostinatamente a riproporsi, ma senza l'appeal di un tempo. A fare da controaltare al sempreverde Mario abbiamo un Sonic sempre meno veloce e un Pac-Man in grado di rapire solo se riproposto nella sua formula originale. Rayman, simbolo della transalpina Ubisoft, ha vissuto un'esperienza un po' inusuale: nonostante le sue ultime avventure non siano state in grado di ammaliare nuovi fan, da uno dei suoi spin off sono nati i personaggi più simpatici e dissacranti di questa generazione: i Rabbids. Dopo essere stato oscurato dai malvagissimi conigli, per l'uomo melanzana è giunto il momento della rivalsa: si torna alle origini e, come è successo con Super Mario Bros. Wii, si punta tutto su di una spassosa cooperativa a quattro giocatori.
Piattaforme bidimensionali
Con Rayman Origins Ubisoft prova infatti a riproporre la formula originale della serie, rinverdita sotto il profilo grafico e nel gameplay, ma soprattutto arricchita da una modalità cooperativa che vede fino ad un massimo di quattro giocatori collaborare per raggiungere il traguardo finale.
Per tutti coloro troppo giovani, o smemorati, per ricordarselo, Rayman Origins ripropone le meccaniche classiche del gioco di piattaforme in due dimensioni, tanto in voga nell'epoca a 16 bit. Lo scopo del gioco sarà ovviamente il cercare di raggiungere illesi la fine di un livello irto di baratri, nemici e segreti. A disposizione dell'uomo melanzana, o di uno dei tanti co-protagonisti che è possibile impersonare, vi saranno a disposizione le più classiche mosse del genere: salto, corsa, salto sulla testa, salto in picchiata e qualche sano sganassone. Inizialmente i livelli sembreranno piuttosto lineari e facilmente completabili, non fosse che progressivamente verranno sbloccate capacità in grado di aprire nuove strade ai giocatori più abili, i quali potranno raggiungere stanze o percorsi bonus con i quali incrementare il punteggio finale del livello o aprire nuove strade per stage supplementari. Raccogliere un numero più elevato di stelle a fine livello servirà per acquistare l'ingresso in nuove aree precedentemente non disponibili.
In questo modo la world map pian piano svelerà la propria complessità passando da una lineare progressione in stage culminante con lo scontro con un boss (in questo codice preview solitamente da affrontare a bordo di api, che trasformavano il gioco in un vero e proprio shooter a scorrimento orizzontale) ad un più soddisfacente percorso ramificato.
Più si è, meglio è
La nostra prova si è concentrata principalmente nello sperimentare il divertimento e la riuscita della cooperativa a quattro giocatori. I puristi del level design o dei piattaforme in 2D si mettano il cuore in pace: nel caso si voglia assaporare l'essenza retrò del gioco Ubisoft, Rayman Origins è un'esperienza da gustarsi in solitaria. In questo modo la complessità delle sezioni platform, la disposizione delle uscite secondarie e degli stage bonus o il certosino design delle ambientazioni e dei personaggi saranno maggiormente valorizzati. Nel caso si cerchi invece un divertimento più immediato e caciarone sarà d'obbligo invitare una manciata di amici ad unirsi alla vostra partita. Semplicemente accendendo o spegnendo un pad un nuovo partecipante potrà entrare (o uscire) nella partita, senza bisogno di mettere in pausa il gioco o riavviare il livello.
I diversi giocatori competeranno per raccogliere il maggior numero di monete e contribuire con efficacia al montepremi finale. A differenza di New Super Mario Bros. Wii qualora un giocatore perdesse una vita il gioco non rallenterà ostacolando gli altri partecipanti, anzi proseguirà normalmente, con gli altri giocatori incaricati di liberare il povero disgraziato dalla bolla di sapone nella quale sarà intrappolato. Basterà colpirla una sola volta per liberare il prigioniero, di nuovo pronto all'azione. Questa meccanica semplifica da una parte l'incedere, dato che consente infiniti recuperi fintanto che un giocatore resta in vita, dall'altra sviluppa una serie di divertenti reazioni che vanno a rendere l'esperienza ancora più frizzate. Capiterà infatti che il giocatore con più monete non venga riportato in vita fintanto che durerà la sua leadership o che si cerchi di ostacolare un salto o un salvataggio di un compagno solo per ridere, non essendo la sua morte influente ai fini della partita. A fare da controaltare la modalità cooperativa risulta forse un po' troppo confusionaria, con sprite spesso troppo simili tra di loro per consentire una perfetta identificazione sulla schermo ed un level design che forse premi troppo coloro che corrono in avanti, piuttosto che gli esploratori più abili.
Per sopravvivere all'inesorabile passare del tempo molte icone videoludiche hanno dovuto sapersi adattare alle nuove tendenze, provando a sfruttare le potenzialità messe a disposizione da hardware sempre più performanti. Nonostante questo molti, forse troppi, personaggi non sono riusciti a evolversi, sparendo nel nulla come fugaci meteore o continuando ostinatamente a riproporsi, ma senza l'appeal di un tempo. A fare da controaltare al sempreverde Mario abbiamo un Sonic sempre meno veloce e un Pac-Man in grado di rapire solo se riproposto nella sua formula originale. Rayman, simbolo della transalpina Ubisoft, ha vissuto un'esperienza un po' inusuale: nonostante le sue ultime avventure non siano state in grado di ammaliare nuovi fan, da uno dei suoi spin off sono nati i personaggi più simpatici e dissacranti di questa generazione: i Rabbids. Dopo essere stato oscurato dai malvagissimi conigli, per l'uomo melanzana è giunto il momento della rivalsa: si torna alle origini e, come è successo con Super Mario Bros. Wii, si punta tutto su di una spassosa cooperativa a quattro giocatori.
Piattaforme bidimensionali
Con Rayman Origins Ubisoft prova infatti a riproporre la formula originale della serie, rinverdita sotto il profilo grafico e nel gameplay, ma soprattutto arricchita da una modalità cooperativa che vede fino ad un massimo di quattro giocatori collaborare per raggiungere il traguardo finale.
Per tutti coloro troppo giovani, o smemorati, per ricordarselo, Rayman Origins ripropone le meccaniche classiche del gioco di piattaforme in due dimensioni, tanto in voga nell'epoca a 16 bit. Lo scopo del gioco sarà ovviamente il cercare di raggiungere illesi la fine di un livello irto di baratri, nemici e segreti. A disposizione dell'uomo melanzana, o di uno dei tanti co-protagonisti che è possibile impersonare, vi saranno a disposizione le più classiche mosse del genere: salto, corsa, salto sulla testa, salto in picchiata e qualche sano sganassone. Inizialmente i livelli sembreranno piuttosto lineari e facilmente completabili, non fosse che progressivamente verranno sbloccate capacità in grado di aprire nuove strade ai giocatori più abili, i quali potranno raggiungere stanze o percorsi bonus con i quali incrementare il punteggio finale del livello o aprire nuove strade per stage supplementari. Raccogliere un numero più elevato di stelle a fine livello servirà per acquistare l'ingresso in nuove aree precedentemente non disponibili.
In questo modo la world map pian piano svelerà la propria complessità passando da una lineare progressione in stage culminante con lo scontro con un boss (in questo codice preview solitamente da affrontare a bordo di api, che trasformavano il gioco in un vero e proprio shooter a scorrimento orizzontale) ad un più soddisfacente percorso ramificato.
Più si è, meglio è
La nostra prova si è concentrata principalmente nello sperimentare il divertimento e la riuscita della cooperativa a quattro giocatori. I puristi del level design o dei piattaforme in 2D si mettano il cuore in pace: nel caso si voglia assaporare l'essenza retrò del gioco Ubisoft, Rayman Origins è un'esperienza da gustarsi in solitaria. In questo modo la complessità delle sezioni platform, la disposizione delle uscite secondarie e degli stage bonus o il certosino design delle ambientazioni e dei personaggi saranno maggiormente valorizzati. Nel caso si cerchi invece un divertimento più immediato e caciarone sarà d'obbligo invitare una manciata di amici ad unirsi alla vostra partita. Semplicemente accendendo o spegnendo un pad un nuovo partecipante potrà entrare (o uscire) nella partita, senza bisogno di mettere in pausa il gioco o riavviare il livello.
I diversi giocatori competeranno per raccogliere il maggior numero di monete e contribuire con efficacia al montepremi finale. A differenza di New Super Mario Bros. Wii qualora un giocatore perdesse una vita il gioco non rallenterà ostacolando gli altri partecipanti, anzi proseguirà normalmente, con gli altri giocatori incaricati di liberare il povero disgraziato dalla bolla di sapone nella quale sarà intrappolato. Basterà colpirla una sola volta per liberare il prigioniero, di nuovo pronto all'azione. Questa meccanica semplifica da una parte l'incedere, dato che consente infiniti recuperi fintanto che un giocatore resta in vita, dall'altra sviluppa una serie di divertenti reazioni che vanno a rendere l'esperienza ancora più frizzate. Capiterà infatti che il giocatore con più monete non venga riportato in vita fintanto che durerà la sua leadership o che si cerchi di ostacolare un salto o un salvataggio di un compagno solo per ridere, non essendo la sua morte influente ai fini della partita. A fare da controaltare la modalità cooperativa risulta forse un po' troppo confusionaria, con sprite spesso troppo simili tra di loro per consentire una perfetta identificazione sulla schermo ed un level design che forse premi troppo coloro che corrono in avanti, piuttosto che gli esploratori più abili.
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